Le letture che stanno attraversando l’assemblea
DIVIETO D’INFANZIA
Psichiatria, controllo, profitto
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“La tendenza della cultura occidentale a medicalizzare ogni fase della vita si estende all’infanzia e all’adolescenza codificando nuove diagnosi psichiatriche, colpevolizzando espressività e comportamenti, sancendo nuovi limiti di definizione delle presunte anomalie e offrendo all’industria farmaceutica proficui sempre più copiosi. La scuola pubblica è il luogo privilegiato per avviare, attraverso strumenti approssimativi, l’iter diagnostico. L’aumento esponenziale di certificazioni, sancite per catalogare ogni difficoltà dell’età evolutiva, induce alla prevaricazione dell’approccio clinico danneggiando la relazione educativa. Quali le possibilità di opposizione alla diffusione degli screening e a obiettivi formativi che limitano la libertà professionale degli insegnanti? Quali le alternative per i genitori? Affinché la fantasia, il senso critico e la libertà di scelta continuino a caratterizzare l’infanzia, tutta la comunità adulta dovrà difendere le nuove generazioni e la propria responsabilità tornando a riflettere sull’importanza dell’ambito sociale e relazionale.”
Chiara Gazzola, autrice di Il desiderio, il controllo, l’eresia (con Luisa Siddi, ed. La fiaccola), Le urla dal silenzio (ed. Aliberti), Divieto d’infanzia (ed. BFS). Di formazione antropologica, partecipa da anni al dibattito sui temi bioetici e su quelli dell’ingerenza messa in atto dalle istituzioni mediche e religiose a danno della libertà di scelta degli individui.
I reparti psichiatrici ospedalieri, le carceri, i luoghi di detenzione per migranti, le strutture per anziani, restano non-luoghi di rimozione della coscienza collettiva.
La psichiatria attraversa tutti questi luoghi, e oggi ha iniziato a colonizzare anche la scuola.
Il testo inquadra perfettamente il fenomeno: una deriva neoliberista sempre più stringente che unita al determinismo scientifico imperante penetra sempre di più con la “clinica” nella pedagogia.
Come educattivx crediamo che i “movimenti degli anni che furono” sono stati “movimenti” perchè hanno attraversato tutta la società civile. Le lotte non possono rimanere chiuse nei recinti e sconnesse l’una dall’altra.
Dobbiamo creare coscienza.
Ci piacerebbe organizzare una presentazione del testo all’università, portare Divieto di infanzia tra le studenti ma non sappiamo ancora con che tempi.
STORIA DI ANTONIA
Viaggio al termine di un manicomio
«Ci legavano come Cristo in Croce». Le parole di Antonia Bernardini restituiscono l’inferno nel quale è costretta a vivere gli ultimi quindici mesi della sua vita: il manicomio criminale di Pozzuoli, dove viene internata, a seguito di un banale diverbio, in attesa di un processo che non si svolgerà mai. Antonia muore a causa delle ustioni riportate per l’incendio del letto di contenzione sul quale era legata da quarantatré giorni. La sua fine atroce destò scalpore, portò il tema dei manicomi criminali al centro del dibattito pubblico, determinò la chiusura dell’istituto puteolano. Venne istruito anche un processo che, dopo le condanne in primo grado, si concluse in Appello senza colpevoli. Poi, per oltre quaranta anni, su questa storia è calato il silenzio. Qui, per la prima volta, se ne offre una ricostruzione completa, realizzata recuperando materiale d’archivio inedito, il dibattito dell’epoca, le testimonianze dei diversi protagonisti. Un complesso lavoro di inchiesta che tesse una dolorosa ma avvincente trama narrativa, nella quale ritroviamo, con Antonia, la vita di altre donne, vittime di quella stessa violenza istituzionale, e un dispositivo, quello psichiatrico, le cui logiche e prassi, seppure metamorfizzate, ripropongono, ancora oggi, l’orizzonte manicomiale.
Dario Stefano Dell’Aquila si occupa di istituzioni totali, vulnerabilità e intervento sociale. Autore di numerosi racconti, inchieste e reportage pubblicati da diverse testate nazionali e in AA.VV., A occhi aperti. Le nuove voci della narrativa italiana raccontano la realtà, Mondadori, 2008. Ha scritto, tra l’altro, Se non ti importa il colore degli occhi. Inchiesta sui manicomi giudiziari, Filema, 2009.
Antonio Esposito, ricercatore indipendente, si occupa di beni confiscati, esclusione sociale e storia della psichiatria. Collabora con cattedre universitarie, istituti e gruppi di ricerca, associazioni impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata e sul tema dell’immigrazione. La sua ultima monografia è Il bene liberato. Riutilizzo degli immobili confiscati alle mafie. Possibilità di sviluppo e contorsioni di legalità. Il caso Campania, Editoriale scientifica, 2017.
Insieme hanno pubblicato Cronache da un manicomio criminale, Edizioni dell’Asino, 2013, e curato il volume di Assunta Signorelli, Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere, Ediesse, 2015.
1974
Antonia Bernardini muore il 31 dicembre del 1974 dopo giorni di agonia a causa alle ustioni riportate dopo l’incendio del letto del manicomio giudiziario femminile della città campana dove era ricoverata. Incendio provocato, dopo 43 giorni consecutivi di contenzione, da un suo gesto con un fiammifero per attirare l’attenzione: voleva un bicchiere d’acqua, nessuno le dava retta.
2019
Nell’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, divampa un incendio. A morire legata ad un letto di contenzione è una ragazza di diciannove anni. Il suo nome è Elena.
…
Dopo quarant’anni, di nuovo, una donna muore arsa viva legata al letto. Oggi come ieri gli abusi all’interno dei reparti e delle strutture sono prassi. Questa lettura collettiva nasce dall’allarme sull’uso della contenzione emerso dalla Rete No Psichiatria e dalla volontà di costruire un opuscolo che affronti l’abuso della contenzione oggi.
“Chi è normale? Chi è anormale? Come si riconosce la pazzia? Chi ha il diritto di valutarla? Perché si è a lungo parlato di una malattia nevrotica – tutta al femminile – come l’isteria?
Sono solo alcune delle domande che hanno accompagnato Elisa Bosisio ed Elena Mistrello nella composizione – a quattro mani e due teste – di “Craving for a Reason – Storia Immaginaria di un Annientamento Reale”. Un fumetto in cui concetti e immagini si fondono nella ricerca di una spiegazione che chiarisca – almeno in parte – quali dispositivi di potere hanno attraversato e letteralmente smembrato i corpi delle donne.
In questo caso, l’attenzione è rivolta alla storia di Valerie Solanas, femminista fuori rotta, artista ed autrice statunitense, nota alle cronache per essere stata l’attentatrice alla vita di Andy Warhol.
Elena ed Elisa indagano sulle ragioni che hanno portato alla schedatura psichiatrica di questa femminista radicale, fino ad arrivare all’isterectomia forzata e al totale travisamento o misconoscimento della sua opera scritta: a parlare per loro c’è Eve, un personaggio fittizio, una donna che si interroga sull’annientamento di un’altra donna.Perché togliere un utero a una donna che ha premuto un grilletto? Che ruolo giocano i suoi testi in questo processo di punizione e cancellazione? Un fumetto per analizzarsi, capire e arrabbiarsi.
Un fumetto per “esplorare, scoprire, inventare, risolvere problemi, fare battute divertenti e irriverenti, creare un mondo meno patriarcale”Elena Mistrello, illustratrice, fumettista e serigrafa. Dal 2012 faccio parte del laboratorio autogestito di serigrafia SERIGRAFATTI. Tiene diversi laboratori e corsi per bambini e adolescenti sul disegno e la serigrafia.
Come collettivo ci stiamo impegnando insieme alla Rete Oltre i Recinti nell’organizzazione della presentazione fumetto a Bologna, cogliando l’opportunità per farne un’occasione di riflessione collettiva. Chi è Valerie Solanas? Tra istituzioni totali, patriarcato e sovversione dell’identità. L’incontro sarà una riflessione collettiva aperta che ospiterà diversi contributi e a cui seguirà un laboratorio. Altre informazioni piu specifiche a breve.
TRILOGIA SCUM
A cura di Stefania Arcara e Deborah Ardilli
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Assurta alle cronache mondiali come la pazza che sparò ad Andy Warhol – tanto che nel 1996 ne venne tratto un film (I Shot Andy Wharol) -, Valerie Solanas fu invece una figura cruciale della controcultura degli anni Sessanta. Frequentatrice del Greenwich Village e della Factory, lesbica dichiarata, icona del femminismo radicale, è l’autrice del celebre Manifesto SCUM. Oggi ritorna alla ribalta, oggetto di rinnovato interesse da parte dei nuovi femminismi radicali e dei queer studies.
La sua opera, riscoperta nel mondo anglosassone da più di un decennio, resta invece ancora poco nota al pubblico italiano. Trilogia SCUM colma questa lacuna, presentando per la prima volta nel mondo tutti gli scritti di Solanas – Manifesto SCUM in una nuova traduzione e due inediti a livello mondiale In culo a te, Prontuario per fanciulle – in un unico volume arricchito da due introduzioni critiche.
Composta prima del risveglio della seconda ondata femminista degli anni Settanta, a cui ha fornito un impulso decisivo, l’opera di Solanas rivela tutta la sua straordinaria attualità. Con la sua verve polemica e provocatoria, cinica e incendiaria, anticipa temi politici e sociali dibattuti ancora oggi, tra i quali l’uso della tecnologia riproduttiva, l’esclusione delle donne dalla cultura, dall’arte, dalla scienza e dalle risorse economiche, il lavoro domestico non retribuito delle donne, il sessismo psichiatrico e la critica radicale all’eterosessualità obbligatoria.
Per altri approfondimenti:
http://effimera.org/trilogia-scum-valerie-solanas-un-dialogo-le-curatrici-di-michela-pusterla/